Mortal Shell: Complete Edition: la recensione

Spoglie mortali per guerrieri incapaci di morire

Un aspetto senza dubbio curioso, che gioca con la personalizzazione del personaggio, il suo armamentario e il suo equipaggiamento, nonché alcune delle sue caratteristiche di combattimento (anche se va ammesso come la struttura di base cambi soltanto in maniera minoritaria, nonostante la possibilità di passare da una tipologia di guscio a un’altra lungo il canovaccio narrativo, variando di poco l’esperienza di gioco), introducendo un elemento distintivo rispetto ai Souls da cui chiaramente prende tantissima ispirazione, affermando una identità propria tanto con la svolta narrativa legata a questa particolare abilità del vostro protagonista, quanto con le conseguenze di gestione ludica legate ad essa. Girovagando per gli scenari, non aperti come in un vero e proprio open world ma più vicino al concetto di open zone, con ambientazioni ampie ed esplorabili ma comunque contenute e limitate, spesso legate tra loro da snodi narrativi e schermate di caricamento, potrete infatti imbattervi in diversi mortali che potranno cadere preda del vostro potere, ma (fatta eccezione per alcuni momenti obbligatori per esigenze di canovaccio) sarà spesso sempre opzionale e a discrezione del giocatore la scelta di impossessarsene o meno, per variare l’approccio agli scontri piuttosto che proseguire con l’avatar in vostro possesso, magari particolarmente affine ai vostri gusti in fatto di lotta e scontri con i diversi mostri sparsi per il mondo di gioco. In questa fase il prodotto (creato da un team molto ridotto numericamente e che, pertanto, dimostra grande maestria nel saper proporre una struttura di gioco così vicina agli stilemi dei titoli delle grandi case, non adagiandosi sui crismi di tanti titoli indipendenti, fatti di bidimensionalità e pixel art) sa essere feroce e privo di empatia o misericordia verso il giocatore, arrivando a generare gli pseudo-game over (che in pratica vi rimanderanno nelle viscere della grotta-ventre da cui siete rinati all’inizio di ogni run) anche solo contro i nemici più comuni e basilari, se non verrà prestata la necessaria attenzione a ogni fase dei combattimenti. Un elemento strutturale ovviamente mutuato dai titoli FromSoftware, ma anche in questo caso reinterpretando il tutto con un pizzico di spirito di originalità: il vostro personaggio, infatti, sarà privo di mosse, posizoini e azioni di parata, ma al contempo sarà dotato dalla singolare capacità di tramutare momentaneamente il proprio corpo in pietra, riuscendo così in pratica ad assorbire gli attacchi altrui, senza subirne danni considerevoli. Sulla carta, un’ottima trovata, in grado di differenziare il titolo dai suoi antesignani, ma va detto come in realtà non sempre tale dinamica riesce nel suo intento, finendo a volte per ingessare un po’ troppo il ritmo dei combattimento, pur potendola applicare con la semplice pressione di un taso, anche in combinazione acrobatica con altre mosse d’attacco da parte nostra. La schivata, pura e semplice, finirà quindi per essere utilizzata molto spesso come unica soluzione per non finire sotto l’implacabile furia nemica, semplificando un po’ troppo questo aspetto passivo degli scontri. Scontri che per altro peccano anche sotto altri due punti di vista: da un lato, la lentezza di alcuni, forse troppi, dei nostri avversari potrebbe minare il senso di sfida tanto caro agli appassionati del genere, mentre la mancanza di gargantueschi “boss” di area o livello inficerà il senso di epicità e di varietà del pacchetto offerto dagli sviluppatori.

Un pacchetto che però dobbiamo ammettere essere davvero completo, visto il rapporto tra qualità, prezzo e contenuti offerto nella versione appena rilasciata per Nintendo Switch. Il sottotitolo che accompagna questa uscita, infatti, sottolinea l’inserimento nell’acquisto di base per l’hardware ibrido della casa di Kyoto di svariati contenuti aggiuntivi e migliorativi per quanto concerne l’opera originale: all’interno troverete infatti l’espansione Virtuous Cycle, una modalità puramente roguelikeche che introduce a Fallgrim (il mondo diegetico qui rappresentato) barbarie casuali e ripetibili. Inoltre, è stato aggiunta anche la possibilità di impersonare Hadern, narrativamente legato al passato de protagonista, ora disponibile come quinto personaggio giocabile da possedere. Infine, la versione per Switch contiene anche l’aggiornamento Rotten Autumn, con nuovi involucri, una nuova mini-quest, un’elaborata modalità fotografica e una colonna sonora alternativa per gli scontri contro i boss composta dal gruppo metal Rotting Christ. Il tutto accompagnato da un versante tecnico piuttosto solido, considerando il team di sviluppo e la struttura ludica qui presentata: fatta eccezione per i tempi di caricamento, piuttosto snervanti in alcune fasi e pertanto forse poco indicati per una fruizione portatile “on the go“, il gioco regge infatti in maniera invidiabile tanto un comparto visivo ambizioso (grazie anche agli ottimi strumenti offerti dall’Unreal Engine 4), quanto una struttura di gioco non puramente open ma comunque discretamente ambiziosa. La mole poligonale offre un colpo d’occhio piuttosto ricco; le animazioni risultano discretamente numerose, varie e ben concatenate; gli effetti di rifrazione della luce e di illuminazione delle superfici trasmettono una convinta sensazione di realismo. Il frame rate è discretamente stabile, per un’esperienza di gioco fluida, seppur non sempre fermo sui 30fps e, in alcuni casi, migliorabile, così come la risoluzione dell’immagine appare a tratti fin troppo sfocata, anche se spesso per un eccesso di impostazione di blur e bloom scelti da parte dei programmatori anche come impronta stilistica nella rappresentazione ottico-retinica di una resa grafica impostata al realismo e alla verosimiglianza. Nell’insieme, comunque, il titolo si comporta bene, considerando tutti i fattori in gioco.

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La recensione

7 Il voto

A volte l'ambizione spinge a commettere errori, creando opere non gestibili per limiti di esperienza, budget o anche solo ispirazione artistica. Non è però questo il caso di Mortal Shell che riesce a uscire dall'ombra della propria musa con alcune scelte tanto narrative quanto ludiche piuttosto originali, supportate da un impianto tecnico da non sottovalutare considerando l'hardware ibrido di Nintendo Switch. La perfezione è lontana, ma la convinzione di avere tra le mani un'avventura ampia e soddisfacente non lascia adito a dubbi.

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