Advance Wars 1+2: Re-boot Camp: la recensione

La strategia bellica di Intelligent System torna, con il tratto di WayForward e la raffinata cura dei bei tempi andati

Il brand per chi non lo sapesse è uno strategico a turni molto incentrato sul gameplay, con meno fronzoli narrativi rispetto a Fire Emblem, col quale condivide comunque diversi elementi: la suddivisione a griglia dell’area di gioco, ad esempio; il susseguirsi delle azioni tra momenti di attacco e fasi in cui è invece l’avversario a decidere le proprie mosse, nonché una certa concatenazione di rapporti di forza e debolezza tra i diversi tipi di unità schierabili sul campo di battaglia. Ma attenzione: le differenze sono ben più numerose e significative di quanto si possa erroneamente pensare, tanto che consigliamo caldamente ai più di passare attraverso il tutorial (parzialmente opzionale, per chi avesse già avuto la fortuna di esperire le avventure qui riproposte), ancor più se si fosse esperti dell’altro strategico di casa Intelligent System, ma privi di nozioni in merito a questo brand specifico. Da un lato, ogni unità sul terreno di gioco rappresenta in realtà una formazione, dove il numero di soldati fa le veci dei classici punti vita; dall’altro, esse sono notevolmente più spendibili, poiché sostanzialmente spersonalizzate; ma soprattutto, se da un lato i concetti di vantaggio dovuto alla natura del terreno o contrattacco sono equivalenti a quelli del gioco di ruolo di stampo fantasy medioevale, molte altre azioni anche basiche di Advance Wars sono del tutto differenti e, sostanzialmente, fondamentali per riuscire nell’intento primario di ogni mappa: conquistare il quartier generale nemico, o eliminare tutte le truppe avversarie. Fasi come la riparazione, il rifornimento, l’ostruzione delle vie percorribili o la conquista delle città neutrali sparse sul terreno di gioco dovranno essere ascoltate, imparate e assimilate, poiché alla base dei principi di gioco fondanti. Per il resto, quello che si nota con piacere in questa produzione è come siano state inserite due intere campagne single player, ricche di emozionanti battaglie tattiche a turni, accanto a svariate altre modalità di gioco: se infatti lo scheletro narrativo è sì semplice e spensierato, ma al contempo davvero ampio (con un discreto grado di diversificazione dell’esperienza, con un’ampia quantità di sfide di diverso tipo che possono essere affrontate avvalendosi di qualsiasi strategia o UC [in pratica il capitano delle vostre truppe, in grado anche di differenziare in parte gli armamenti da spendere sul terreno di battaglia] si desideri, ottenendo diversi punteggi coi quali guadagnare le monete necessarie per sbloccare altri UC e sfide aggiuntive), dall’altro troviamo anche la possibilità di affrontare fino a tre amici in modalità multigiocatore locale o di combattere contro di loro online in una partita 1v1 per stabilire il vincitore. Inoltre, la Sala grafica offre mappe personalizzate, realizzabili a partire da campi di battaglia montagnosi dove l’aeronautica svolge un ruolo fondamentale o zone di combattimento in mare aperto, il tutto con la possibilità di condividerle con gli amici per vedere se sono in grado di superare la tua sfida all’altezza della sfida. Toni, atmosfere e ritmo di gioco sono molto fedeli agli originali, con alcune aggiunte qualitative legate alla possibilità di velocizzare diverse fasi di gioco, sia in fase di movimento (rese ulteriormente più godibili da tutta una serie di tasti di accesso rapido alle diverse azioni eseguibili) che in fase di combattimento (per chi dopo alcune ripetizioni non fosse più interessato ad osservare le animazioni dei colpi sferrati dalle diverse unità schierate sul campo di battaglia); ma anche a piccolissimi dettagli più che apprezzabili, come il fatto di essere redarguiti o presi in giro da alcuni protagonisti, qualora non foste in grado di superare le mappe tutorial presenti all’inizio del titolo, ottenendo comunque la possibilità di proseguire da parte degli istruttori. Meno apprezzabili risultano invece il fatto di non poter saltare del tutto il tutorial, anche qualora selezionaste l’opzione teoricamente adibita proprio per questa funzione, oppure il fatto di dover per forza passare dal completamento del primo capitolo, prima di poter accedere al seguito (considerando come molti acquirenti saranno vecchi appassionati della saga, che magari avrebbero preferito poter avere accesso a tutti i contenuti sin da subito, non essendo esattamente inediti).

Sotto il versante tecnico, il gioco probabilmente risulterà piuttosto divisivo: gli sviluppatori hanno optato per una resa particolare, molto vicina al concetto di gioco in scatola, accompagnando il tutto con un’estetica cartoonosa e colorata. Personaggi e protagonisti sono infatti realizzati con una splendida tecnica 2D, arricchita da un lato dalla forte personalità donata a ciascuno dei componenti del cast, dall’altro da piccole ma curatissime animazioni che ne caratterizzano la comparsa a schermo; le mappe di battaglia sono invece veri e proprio giochi da tavola o piccoli diorami, incasellati in scatole di legno o cartone, sulle quali si muovono le pedine, cioè le diverse unità schierate. La resa è in qualche modo deformed, salvo poi zoomare nelle fasi di animazione dei combattimenti, offrendo a quel punto uno sguardo ravvicinato a soldati e unità, piuttosto plasticosi quasi fossero davvero dei giocattoli, o le pedine di un Risiko. Solo rari e sporadici elementi ambientali di sfondo osano qualcosa di più ottico-retinico, come la rifrazione della luce del sole su uno specchio d’acqua o la resa del fogliamo di alcuni alberi ad esempio, ma il colpo d’occhio è molto piatto (per bidimensionalità ma anche per palette cromatica e conseguente accostamento di colori), oltre che semplicistico: alcuni lo definiranno minimalista, apprezzando la direzione artistica, mentre per alcuni il titolo peccherà di ambizione. Probabilmente, avranno in fondo ragione entrambe le parti: è palese, infatti, che il titolo sia stato realizzato con cura e passione, nonché con efficacia e abilità, ma con la chiara visione di un budget non di prim’ordine. Questo non toglie come il titolo risulti fluido, molto pulito (sia su portatile che a schermo TV) e capace di piccole chicche: l’implementazione dell’HD Rumble, ad esempio, è sapientemente dosata; presente ma non fastidiosa, mai fuori luogo e anzi in grado di aumentare il senso di coinvolgimento, saprà stupirvi al passaggio di ogni carro armato, a partire dal piacevolissimo video introduttivo. La colonna sonora e l’accompagnamento audio, inoltre, sono davvero di elevata qualità, sia artistica che registica. Insomma: WayForward si conferma ancora una volta maestra dei titoli 2D!

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La recensione

8 Il voto

Advance Wars è tornato, in tutto il suo leggero ma appassionante splendore: forse l'ambizione del progetto non è quella di un salto a piedi uniti nel mondo moderno dei valori di produzione, ma la qualità dei titoli originali resta invariata e, anzi, tirata a lucido tra piccole aggiunte di QoL e una spolverata bidimensionale molto curata. Speriamo che possa essere il primo passo per nuovi ed appassionati episodi inediti, da qui in avanti!

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