Ninja or die: shadow of the sun: la recensione

Scordiamoci i ninja che si muovono nell'ombra. In Ninja or Die gli shinobi si muovono ( o meglio saltano ) all'interno di un mondo fluo ricco di insidie e di magia.

Alle nostre latitudini sono fondamentalmente due le figure di guerriero risalenti al Giappone feudale: il samurai ed il ninja. Al primo solitamente viene ricondotta una serie di valori alti, tra i quali la fedeltà al proprio shogun, la lealtà, la cavalleria, il rispetto; dall’altra parte invece il ninja ha solitamente una connotazione negativa, di ladro, uomo ombra che trama nell’oscurità e che si rende protagonista di omicidi su commissione e dell’uso di armi non convenzionali. Le funzioni del ninja includevano: lo spionaggio, il sabotaggio, l’infiltrazione, l’assassinio e la guerriglia. I metodi non regolari di combattimento erano ritenuti “disonorevoli” e “inferiori” dalla casta dei samurai, che osservava regole severe circa l’onore e il combattimento. Questo quanto arrivato a noi da una certa filmografia e bibliografia di genere, sfociando ovviamente anche in ambito videoludico. Tra le saghe più note sul tema ricordiamo infatti Ninja Gaiden, la saga action di Tecmo, Tenchu invece molto più improntata allo stealth, e più recentemente Sekiro e Nioh, giusto per citarne alcuni. In uno scenario così ricco parrebbe difficile riuscire a ritagliarsi uno spazio, senza cadere nel citazionismo o nel già visto. Ci prova Nao Games, studio indie proveniente dalla sfavillante Osaka, con Ninja or die: shadow of the sun, curioso esperimento di roguelite in pixel art che sfrutta appunto il tema del guerriero dell’ombra, o shinobi, declinandolo in un game concept piuttosto nuovo ed accattivante.

La storia intorno a cui ruota l’azione è piuttosto intrigante ed ambientata durante lo shogunato di Tokugawa, conosciuto successivamente come periodo Edo, uno dei più longevi della storia giapponese (durò infatti 265 anni). Rispetto alla storia reale che conosciamo però interviene un potente terremoto, in grado di trasformare completamente lo scenario che ci appresteremo ad attraversare e, soprattutto, la vita del nostro ninja. Il mondo dello shogun a seguito del terremoto cambia radicalmente, ora risplende di luci al neon (!), colori acidi, la magia è ovunque così come luminosi ninja pronti a farci la pelle. Inoltre, cosa forse più importante, il nostro protagonista viene investito da una onda di energia in grado di trasformarlo da borseggiatore perdigiorno a ninja ultraveloce ed estremamente potente. Come intuibile dall’incipit narrativo, il primo aspetto da tenere in considerazione, rispetto alla classica interpretazione del ninja, sta nell’essenza frenetica, esplosiva, luminosa di questo titolo. Sempre riguardo la trama vale la pena di sottolineare l’assenza della localizzazione in italiano, che avrebbe aiutato nel goderci a pieno alcuni dialoghi ricchi anche di una certa dose di umorismo. Dimentichiamoci dunque sequenze stealth, omicidi perpetrati dall’ombra e nell’ombra a colpi di shuriken. In Ninja or die tutto corre alla massima velocità, l’azione viene prima di tutto.  A condire l’esperienza di gioco e a rifornirla di un gran bel carico di stile abbiamo una direzione artistica davvero particolare, con un tratto pixel art ben dettagliato, iper-colorato, carico e riconoscibile. Questa epoca Edo in salsa distopica è resa con un gran livello di dettaglio e precisione, con uno stile inconfondibile e con una palette di colori, virata sul neon e sull’acido, davvero azzeccata.

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