Dredge: la recensione

Pescare non è mai stato così inquietante...

Esistono due forze che accompagnano l’uomo sin dal suo stesso concepimento: la paura e l’immaginazione, spesso legate l’una a doppio filo con l’altra. Le tantissime espressioni artistiche presenti sull’eShop di Nintendo Switch le affrontano ogni volta che si appropinquano a programmare un’opera che, prima di tutto, sarà espressione individuale di una determinata visione progettuale, forti delle nuove libertà offerte dal panorama moderno dell’industria, ma titubanti dinnanzi al baratro del fallimento, al test-verità della reazione dei consumatori, della critica e del mercato. E ci sono poi opere che, nel momento stesso in cui si ritrovano in procinto di muovere i primi passi, lo fanno mescolando assieme quelle due sensazioni in maniera indissolubile, sfruttando un bagaglio di conoscenze ed esperienze tanto ludiche quanto letterarie, per provare a trasmettere l’eterna e universale sensazione del mistero: l’orrido, il naufragio con spettatore e altri stilemi estetici della rappresentazione artistica che, con l’evolversi dei mezzi di espressione e comunicazione, raggiunge oggi nuove vette, grazi all’elemento chiave e distintivo dell’interattività. Come nel caso di Dredge.

L’idea alla base di questa avventura è tanto semplice, quanto geniale, forse proprio nella sua semplicità, come quando cucinando una ricetta si riesca a trovare un modo originale per amalgamare al meglio due ottimi ingredienti, ottenendo un risultato fresco ed appagante, per quanto persino inizialmente inaspettato. Si tratta infatti di legare le principali dinamiche dei giochi di pesca, con i suoi strumenti e la sua gestione delle risorse, con il world building della cosmogonia lovcraftiana, fatta di Grandi Antichi e misteriose profondità oceaniche, attraverso la pacata e malinconica esplorazione di remote regioni costiere. Da sempre, all’interno del vasto immaginario creato dal famoso scrittore horror americano, si trovano continui riferimenti tanto alle piccole realtà di mare degli Stati Uniti quanto agli oscuri e millenari esseri nascosti sul fondo delle distese d’acqua, con tanto di velate minacce di imminenti ritorni piuttosto che osceni miscugli di sangue con le popolazioni di quelle aree geografiche, intessendo un continuo rimando tra il sudicio mondo dei poveri pescatori e le aliene ma antiche creature degli abissi, suggerendo in maniera lenta ma progressiva, insinuandosi pian piano nella consapevolezza del lettore, la conclusione più ovvia ma spaventosa: il proliferare sulla terra di esseri viventi ibridi, nati dal contatto anche riproduttivo tra questi due mondi altrimenti nettamente separati, per la conservazione dell’equilibrio psichico di noi poveri mortali. Ed ecco così che prendere il controllo di un peschereccio per navigare le nebbiose acque del luogo alla ricerca di un pescato tanto più prezioso quanto meno convenzionale assume di colpo una piega terrifica, capace di arricchire la giocabilità comunque interessante dei videogame dediti a questa pratica anche sportiva con un accennato ma onnipresente sentore di mistero, senza dubbio in grado di…prendervi all’amo.

Il gioco si apre con la vostra imbarcazione che, colta nel bel mezzo di una tempesta, naufraga sui lidi di una piccola realtà costiera, distruggendosi. Il sindaco della cittadina vi stava aspettando, come nuovo pescatore della zona, ed è pronto a finanziare con un prestito le vostre attività commerciali, consentendovi di salpare subito a bordo di una delle sue barche per esplorare le aree site in prossimità del faro, così da recuperare importanti quantità di pescato, da rivendere nel negozio cittadino, così da ottenere i primi introiti necessari tanto a saldare le vostre pendenze verso la massima autorità locale, quanto investire nell’ammodernamento del vostro mezzo di trasporto e lavoro, così da ampliare progressivamente le capacità di spostamento sulle acque e di recupero di creature marine da reimmettere nell’economia locale. Nel paese, infatti, troverete anche un’officina nautica, pronta tanto a riparare i danni subiti dalla vostra imbarcazione, magari scontrandosi con gli scogli che caratterizzano l’aera geografica interessata dalle vostre attività, quanto potenziarne l’equipaggiamento, per ampliare le possibilità di pesca (con canne da profondità, piuttosto che per la pesca superficiale) quanto quelle di esplorazione (con motori più affidabili o potenti). Ciascun elemento, tanto dell’armamentario quanto inerente il risultato pescato dei vostri sforzi, dovrà essere anche organizzato al fine di riuscire ad essere trasportato a bordo della nave, quantomeno finché non riuscirete ad ampliarne la portata o, addirittura, a cambiare peschereccio, raggiunti i fondi necessari per potervelo permettere. Le fasi di pesca vera e propria si articolano poi come una sorta di minigioco dove verranno messi sotto esame soprattutto i vostri riflessi, con la necessità di premere il tasto al momento corretto, a più riprese, senza mancare troppi momenti se non si vuol far scappare l’animale da recuperare, secondo una dinamica di massima che vedrà poi alcune lievi variazioni sul tema a seconda del tipo di attrezzo in uso, del genere di pesce o di creatura marina da affrontare e via discorrendo, ma si tratterà prevalentemente dell’esecuzione estemporanea il cui esito sarà prevalentemente basato sul grado di preparazione impostato prima di salpare: il giusto equipaggiamento per raggiungere le zone previste, possibilmente mollando gli ormeggi nei giusti tempi a seconda della durata del tragitto previsto, sperando di riuscire a rientrare in porto o di trovare un attracco sicuro dove riposare, prima del tramonto e del calar della nebbia…

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