Pokémon Scarlatto/Violetto: Il Tesoro dell’Area Zero: la recensione

Si tornano ad esplorare le aree più remote e pericoloso della regione di Paldea, per due avventure tutte da vivere!

Al contrario, ne Il Disco Indaco troviamo invece un maggior focus sulla componente ludica incentrata su scontri e combattimenti, con tanti nuovi Allenatori Pokémon da trovare, ma soprattutto da sfidare e sconfiggere. Non tanto per le classiche medaglie, non essendo necessariamente dei Capi Palestra, ma senza dubbio per prevalere su di loro, dimostrandosi più abili nella gestione delle proprie creature, scovando punti deboli e punti di forza di quelle avversarie. Resta il pretesto narrativo, ma il ritmo degli scontri e delle battaglie si fa più serrato, con scontri continuativi che si susseguono uno dietro l’altro, mettendo alla prova soprattutto due elementi chiave del brand: la profondità e la varietà del vostro Pokédex e le capacità di gestione strategica dello stesso: piuttosto ampia, infatti, la pluralità di avversari contro i quali vi troverete a battagliare, ciascuno con le proprie caratteristiche di gioco, di attacco e di difesa, enfatizzando al massimo quelle componenti di diversificazione elementale tipiche dell’universo finzionale di riferimento. Ecco quindi che si aprono ancora una volta svariati frangenti di esplorazione, ma per lo più finalizzati alla raccolta dei giusti mostriciattoli, e ovviamente alla loro crescita esperienziale, per migliorare le frecce al proprio arco, così da riuscire a prevalere nel continuo rivaleggiare contri nemici sempre nuovi. Interessante come, alla fine della fiera, in entrambi i DLC il fulcro restino sempre e comunque i mostriciattoli tascabili, vuoi perché avvolti dal mistero centrale del nucleo della narrazione ne La Maschera Turchese, vuoi perché necessari agli scontri più ostici ne Il Disco Indaco, mantenendosi in questo molto vicino alla tradizione più vera della saga. E, tanto sotto il profilo del design quanto sotto il versante dell’ampliamento delle possibilità ludiche, il lavoro svolto nel corso complessivo di questa generazione è, a nostro parere, davvero ottimo.

Ma bando alle ciance, veniamo al dunque, visto che anche il titolo base offriva in realtà diversi elementi ludici di grande interesse, capaci di attecchire nell’interesse del fruitore, spingendolo a continuare esplorazione e battaglie, scoperte e girovagare vari in una delle regioni meglio ideate sotto il puro versante ludico del pluriennale franchise, salvo poi peccare in maniera evidente per quanto riguarda la componente tecnica. Come avete avuto modo di constatare anche nella nostra recensione dello scorso anno, infatti, se da un lato erano sì presenti valori di produzione forse non di primo impatto, ma comunque sufficienti se non addirittura a tratti lodevoli (per l’ampiezza del mondo di gioco, l’elevato grado di libertà esplorativa, l’alto numero di creature azonzo in questi ampi e sterminati spazi e buone soluzioni soprattutto stilistiche capaci di offrire a tratti un colpo d’occhio anche interessante), dall’altro bug e glitch si presentavano con una frequenza quasi imbarazzante, rendendo persino difficile proseguire semplicemente la fruizione del gioco in maniera normale. Senza contare una mole poligonale altalenante, un comparto texture incostante e un frame rate troppo spesso incapace di mantenersi su livelli di fluidità accettabili. Insomma, il gioco non era pronto, per sorreggere il peso delle aspettative che un brand come Pokémon si porta comprensibilmente dietro, inutile girarci attorno. Ebbene, è quindi con soddisfazione e una rinnovata fiducia anche sul futuro operato del team che constatiamo come il tempo intercorso tra la prima uscita e il rilascio dei corposi DLC sia stato investito anche per migliorare quantomeno alcuni degli aspetti più sconcertanti, andando a migliorare se non le caratteristiche fondanti (come il comparto tecnico nel suo insieme, muovendosi infatti questi contenuti aggiuntivi lungo la medesima struttura stilistica e grafica, condividendo ovviamente a pieno il motore che sospinge l’opera tutta) quantomeno quelle corollarie, evitando di ricadere nei medesimi e grossolani errori. Molto meno presenti i fastidiosi bug che, a volte, compromettevano la possibilità di proseguire il racconto, danneggiando i salvataggi o chiudendo forzatamente il software; quasi spariti i (buffi, a volte) glitch visivi; migliorato persino il frame rate, con un’esperienza di gioco capace di risultare senza dubbio più fluida. Il sistema di illuminazione resta lo stesso del gioco base, fin troppo piatto, però va ammesso come la cura tanto del dettaglio quanto del colpo d’occhio riservato da alcune scene e alcuni panorami sappia persino affascinare, grazie ad alcuni scorci piuttosto interessanti. Nel complesso, avremmo senza dubbio preferito che anche l’avventura base uscisse su questi livelli tecnici già nel 2022, andando a rafforzare la percezione di un brand storico, che merita senza dubbio tutta la cura e l’attenzione possibili.

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La recensione

7.5 Il voto

I due corposi aggiornamenti di Pokémon Scarlatto (da noi testato con mano) che passano sotto il nome di Area Zero sono imperdibili per chi abbia assaporato con piacere il nuovo approccio open world di questa generazione di mostriciattoli tascabili, grazie a una buona mole di contenuti, a un miglioramento delle performance tecniche e a un elevato grado di avventura, insito in entrambi i DLC. Non un brutto modo per passare il Natale, in casa Nintendo!

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