Eastward Octopia: la recensione

Una nuova avventura attende Sam e John a Octopia, e i pericoli affrontati lungo il tragitto lasciano spazio solo alle sfide necessarie a garantirsi il traguardo

Finalmente al termine del lungo viaggio intrapreso in Eastward, possiamo mettere le tende, raccogliere i pensieri, magari pensare al futuro, sicuramente riposare! ..Ah, no! Riposare no! C’è una fattoria da tenere in piedi! Nel 2021 Eastward ci proiettava in un futuro post apocalittico apparentemente tradizionale, discostandosi dal prolifico pregresso del genere attraverso un’atmosfera romantica dalle tinte naïf. Pixpil è senz’altro riuscita a confezionare un solido action RPG, portando a casa il risultato soprattutto grazie a intelligenti puzzle, a un’elegante pixel art e ad un’ottima colonna sonora, pur appesantiti da una zavorra non indifferente, dovendo sobbarcarsi il carico di un combat system ripetitivo e di una scrittura non entusiasmante, per altro tempestata da lunghe sequenze di dialogo che affaticano il giocatore maggiormente proprio nelle prime ore di gioco. A tre anni di distanza dalla pubblicazione di Eastward, Pixpil risponde a modo suo ad una morbosa necessità che, prima o poi, ogni videogiocatore ha manifestato difronte ai titoli di coda della sua produzione preferita: “E poi? ..E poi che succede?”

Eastward Octopia è un rilassante farming sim nel quale dovremo aiutare Sam e John in una nuova, ben diversa, impresa. Scopriremo infatti che al termine del loro viaggio verso est, i nostri protagonisti abbiano deciso di ritirarsi a vita tranquilla, avviando una fattoria in campagna. Prima di addentrarci nelle meccaniche di gioco, va detto che per acquistare Eastward Octopia si debba essere già in possesso di una copia di Eastward. Il gameplay si sviluppa in meccaniche farming sim piuttosto canoniche, mettendo a disposizione del giocatore un’ampia varietà di colture, capi di bestiame e strutture da evolvere nel tempo, allo scopo di accrescere la rendita della fattoria. Come detto, il titolo presenta un game loop piuttosto tradizionale, pur con qualche guizzo creativo nelle dinamiche interne. Meritevoli di essere citati in tal senso sono di certo il fishing e il mining minigame, il primo dal concept divertente e originale, il secondo, più strutturato, sarà accessibile da una postazione arcade e ci richiederà, con un limitato numero di esplosivi, di raccogliere quanti più minerali possibile attraverso i numerosi livelli di una miniera. I minerali, come gli altri materiali (quali legno e pietra) saranno fondamentali per la riparazione e l’evoluzione delle strutture della fattoria, la più iconica delle quali è sicuramente la casa dei nostri protagonisti, che ci consentirà di costruire utili macchinari e di invitare ospiti a cena. A proposito di cena, anche in Octopia mangiare è importante, la quantità di attività che potremo compiere durante il giorno sarà scandita dal consumo di stamina, ripristinabile mediante riposo, dormire però ci consentirà di rigenerarne solo una parte, sarà quindi importante andare a letto ben nutriti se si vorrà aggiungere un boost al recupero della stamina per la giornata successiva. Torna quindi anche nel dlc una delle dinamiche distintive del titolo originale, ovvero la raccolta e la scoperta delle numerosissime ricette presenti in gioco, sarà inoltre possibile consumare cibo aggiuntivo se si avranno ospiti per cena, rendendo la convivialità un simpatico asset di gioco.

Molto altro si potrebbe dire sulle dinamiche del gameplay, Eastward Octopia, pur restando un titolo rilassante e di facile approccio, è ricco di contenuti, dettagli e buone idee, ma forse con pochi accenti in capo al game design, brillando invece, come il titolo originale, per quanto riguarda la direzione artistica di una pixel art di altissimo livello, un’ottima colonna sonora e un’interfaccia ben studiata, come pure i comandi, comodi e intuitivi.

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La progressione narrativa si sviluppa attraverso la comparsa di specifici avventori che ci chiederanno di cucinargli determinati piatti, ricompensandoci con nuove colture, nuove aree esplorabili e svelandoci mano a mano la trama di gioco attraverso dialoghi fortunatamente più leggeri rispetto al titolo originale, ma, sfortunatamente, della medesima, scarsa, profondità. Una nota amara riguardante la progressione è l’esiguo impatto che queste interazioni hanno sulla vita della fattoria, eccezion fatta per un negozio e un paio di strutture infatti, non si otterrà mai davvero un cambiamento percettivo dell’insediamento ad appagarci per gli sforzi sostenuti, prima di aver raggiunto le fasi finali di gioco. Sempre nella dinamica di progressione, si può inoltre muovere una vera e propria critica tecnica al game design, ci si troverà infatti spesso in attesa di un nuovo avventore che tarderà a fare la sua comparsa, costringendoci a incedere nell’avanzamento del tempo, infilando una giornata dopo l’altra nella speranza di veder apparire novità all’orizzonte.

Eastward Octopia, tra luci e ombre, non tradisce le impressioni iniziali, e si conferma, ora dopo ora, un ottimo modo per concludere l’avventura originale, oltre che un prodotto generoso, aggirandosi intorno alle 15 ore di gioco e presentando un contenuto massiccio per un prezzo contenuto. Consigliato a chiunque voglia immergersi ancora per un po’ nelle romantiche, malinconiche, leggere atmosfere di Eastward.

La recensione

7 Il voto

In soluzione di continuità con il titolo originale, Eastward Octopia porta con sé un'eredità di luci e ombre, ma garantisce un bilancio nettamente positivo per chiunque si sia lasciato trasportare dalle avvolgenti atmosfere del primo capitolo e grazie all'obiettiva ricchezza dell'offerta.

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