Stolen Realm: la recensione

I classici combattimenti tattici a turni si arricchiscono di una svolta simultanea e dinamica per una nuova esperienza tutta da scoprire

Questo GDR vi metterà alla prova con dungeon generati proceduralmente che spaziano da vette innevate a foreste rigogliose proponendo percorsi diversi ogni volta, anche se privi (onestamente parlando) di grandi slanci di originalità o freschezza, lasciandovi scegliere il percorso tra battaglie, eventi della storia, raccolta delle risorse, negozi e stanze del tesoro fino a raggiungere il boss finale lungo vie e tragitti non lineari e ampiamente aperti a interpretazioni esplorative differenti a seconda dei fruitori; quello che è certo è che il “loot” sia componente fondamentale, visto quanto si possano scoprire e personalizzare equipaggiamenti che potranno cambiare radicalmente il modo di giocare stesso e non solo l’estetica dei vostri eroi. Sarà possibile, qualora la troviate, impugnare la Abbadon distruttrice di anime, una mazza mistica che riporta in vita i nemici uccisi come scheletri guerrieri per farli combattere per te; oppure sfoderare la Bloodletter, una spada maledetta che garantisce un potere aggiuntivo al costo della vostra forza vitale; e via discorrendo, lungo reliquie intriganti da scovare nei più reconditi meandri dei livelli, ma altrettanto interessanti una volta indossate per la battaglia successiva. Inoltre, un sistema di lancio di dai basato sugli attributi in stile D&D e con effetti permanenti sul proprio personaggio negli eventi speciali aggiungerà un’ulteriore variabilità e coinvolgimento all’esperienza di gioco di chiunque avrà pazienza sufficiente per assorbire l’enorme mole statistica connessa ai diversi aspetti che gli sviluppatori hanno voluto inserire nel titolo qui analizzato.

Come già accennato, il gioco è stato disponibile su STEAM in early access per alcuni mesi e tutto quello che ne ha caratterizzato la buona ricezione è confermato anche nella versione per Switch, che però si arricchisce di una trama completa, nonché di una nuova modalità streamer: questa consente agli spettatori di uno streaming di assumere il ruolo di dungeon master, votando e decidendo nemici ed eventi che lo streamer dovrà affrontare. Aggiunta forse non per tutti, ma senza dubbio intrigante, nel legare quelle che fino a pochi anni fa sarebbero rimaste due realtà separate, ma che oggi possono trovare un punto di incontro. Questi aggiornamenti si vanno inoltre ad aggiungere a una modalità roguelike, una modalità hardcore e 6 livelli di difficoltà che senza dubbio compongono un bel pacchetto complessivo, per gli appassionato. Il versante tecnico di per sé non è insufficiente, anche se la direzione artistica non convince sempre, ma soprattutto nella versione Switch dobbiamo ricalcare tempi di caricamento piuttosto lunghi, nonché difficoltà di performance nelle fasi più concitate, già adrenaliniche ma confusionarie di loro, e pertanto capaci di generare difficoltà di lettura e discernimento in più di un’occasione.

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La recensione

7 Il voto

Tantissime possibilità di personalizzare la vostra avventura, sia in termini estetici e statistici per il vostro personaggio, che nel modo in cui potrete vivere (da soli o in compagnia) l'epopea che vi attende in questo mondo fantasy: questo è il cardine di un gioco che non saprà conquistare tutti per via dei suoi valori di produzione, della sua impostazione stilistica ma anche a causa di un eccesso di informazioni non sempre facilmente gestibili

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