Ball X Pit: la recensione

Non fategli girare le ... sfere: Ball x Pit è il roguelite più sorprendente dell’anno.

Negli anni ’90 uno spot televisivo prometteva sicurezza assoluta con un antifurto che “aveva le palle”, simbolo oggi un po’ demodé di forza e affidabilità. Oggi quella definizione calza a pennello anche per BALL x PIT, il nuovo esperimento di Kenny Sun pubblicato da Devolver Digital, perché questo gioco le palle non solo le ha, le fa rimbalzare ovunque e le usa alla grande. Il concetto è tanto folle quanto brillante: prendere l’idea di Breakout, shakerarla con Hades e Balatro e vedere l’effetto che fa. Il risultato è un roguelite che trasforma il gesto più semplice del videogioco — lanciare una pallina — in un atto di combattimento, di strategia e di pura ipnosi visiva, un amalgama che, lo anticipiamo, rischia di portarvi nel vortice delle dipendenza videoludica. Tutto parte da una pallina che rimbalza su una barra luminosa e da un muro di mattoncini da distruggere. È il 1976 e Breakout, nato dall’intuizione di Steve Wozniak e Steve Jobs per Atari, definisce uno dei punti di partenza del videogioco moderno: pochi pixel, una fisica rudimentale, ma un’idea magnetica che si imprime nei riflessi e nella memoria muscolare. Cinquant’anni dopo, BALL x PIT riprende quell’essenza e la implementa con linguaggio visivi e ludici moderni, contaminandola con le logiche roguelite ampiamente sdoganate da Hades e con il rischio calcolato e il senso di escalation tipici di Balatro. Il risultato è un esperimento sorprendentemente coerente

Sviluppato dal designer indipendente Kenny Sun e pubblicato da Devolver Digital, BALL x PIT non è solo un tributo al passato ma un gioco che prova a ridefinirlo. L’idea di base è tanto semplice quanto ingannevole, solo che qui i mattoncini non sono blocchi inerti, ma entità che reagiscono, attaccano, si difendono. Ogni “livello” è in realtà un’arena di combattimento, e ogni rimbalzo corrisponde a un colpo inferto a nemici che mutano forma e comportamento. La fisica classica del flipper viene tradotta in un linguaggio d’azione, dove la mira e la lettura degli angoli la fanno da padrone. La cornice narrativa di BALL x PIT è volutamente semplice ma efficace, in realtà più un pretesto per buttarsi nelle viscere del “pit”. Tutto ha inizio nelle rovine di Ball-Bylon, un’antica città spazzata via da un meteorite che ha lasciato dietro di sé un enorme cratere — il “Pit” del titolo. Nel tempo, quel vuoto è diventato una calamita per avventurieri di ogni tipo, attirati dalla promessa di tesori sepolti e reliquie di un’epoca perduta. Ma sotto la superficie non restano solo ricchezze: il cratere pullula di creature nate dall’impatto, esseri che si nutrono dell’energia del luogo e che difendono i resti della città con feroce ostinazione. In questo contesto, il giocatore veste i panni di uno di questi esploratori, chiamato a discendere sempre più a fondo nel pozzo, affrontando orde di nemici e tentando di spingersi oltre dove nessuno è mai arrivato.

PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ

ARTICOLI CORRELATI

Prossimo articolo

Lascia un commento

ULTIMI COMMENTI

VIDEO

Ben tornato!

Effettua l'accesso

Crea un account!

Compila i seguenti campi per registrarti

Recupera password

Per favore, inserisci il tuo Username o la tua Email per recuperare la password.

Crea nuova Playlist