In quest’ultimo capitolo sono presenti praticamente tutte le modalità che hanno reso celebre la serie: conquista, corsa, sfondamento e conquista a squadre, con l’aggiunta di due nuove modalità tutto sommato stimolanti come king of the hill ed escalation. Purtroppo c’è qualcosa nel ritmo di corsa, conquista a squadre e sfondamento che si discosta fortemente dal passato, rendendo l’esperienza meno strategica e più frenetica. Conquista rimane un’ottima modalità pressoché su ogni mappa, anche se in alcune è stato dato troppo spazio ai cecchini e l’azione nelle aree centrali resa troppo caotica per la fanteria, imperfezioni che non impediscono tuttavia al gameplay di Battlefield 6 di brillare. Tra il movement lento, che strizza l’occhio al passato, il rinculo deciso e la caratterizzazione dei diversi modelli di armi a disposizione, il gunplay in fanteria risulta un’esperienza carnale e immersiva. Il risultato non cambia utilizzando i mezzi, bilanciati con la fanteria già molto bene al day one, caratterizzati da una curva d’apprendimento ben calibrata e in grado di restituire grandi soddisfazioni in tempi ragionevoli. Parlando di Battlefield non possiamo non parlare di distruttibilità, e in Battlefield 6 si può apprezzare una distruttibilità mai vista prima, pre-calcolata come in passato, ma con l’aggiunta di numerosi effetti particellari e un dettaglio nella frammentazione degli edifici distrutti davvero convincente. Cherry on top, inaspettatamente Portal, ovvero il portale di personalizzazione e creazione di nuove modalità inaugurato da Battlefield 2042, è stato potenziato per Battlefield 6, mettendo a disposizione degli utenti un vero e proprio assets manager, Godot, con cui creare mappe a partire da quelle esistenti, gestendo ogni elemento dell’ambiente a proprio piacimento e programmando automazioni con un’interfaccia semplificata come nella versione precedente di Battlefield Portal. Inutile dire che la community sia impazzita per il nuovo Portal e sono già presenti numerose esperienze custom che spaziano dalla genialità alla follia.
Battlefield 6 possiede anche una modalità campagna single player, purtroppo davvero poco ispirata. Una trama vista e rivista lascia spazio ad un gameplay purtroppo piatto e noioso, unica nota positiva: ambientazioni suggestive incorniciano l’azione distraendo il giocatore di quando in quando. Un lavoro frettoloso e probabilmente dovuto a strategie di marketing opinabili, motivo per cui preferisco non tenere conto della campagna per la valutazione finale. Per quanto riguarda la grafica va detto che mai un capitolo della serie al lancio sia uscito ottimizzato così bene come Battlefield 6, in grado di girare persino sulle serie 1000 di Nvidia, grazie al Future Frame Rendering e al DLSS, tuttavia si leggono i segni di un Frostbite engine forse un po’ stanco, che anche a fronte di numerosi upgrade non riesce più a suscitare quell’effetto wow per cui la serie era famosa. Lo stesso si può dire per il design delle mappe, tanto buone da giocare quanto anonime nell’estetica, rispetto ai fasti del passato. Ad ogni modo il colpo d’occhio nell’insieme è felice e l’audio accompagna egregiamente l’azione, con la maestria che contraddistingue gli sviluppatori da sempre. Con Battlefield 6 siamo quindi di fronte ad un ottimo gameplay e ad un’ottimizzazione eccellente, pur a scapito dell’inaugurazione di un’ulteriore next gen, materia in cui diversi predecessori si sono distinti in passato. Poco importa, tuttavia, perché Battlefield 6 è l’FPS che mancava al panorama odierno, un titolo di cui tanti potranno fruire e, soprattutto, il Battlefield che stavamo aspettando.
La recensione
Divertente, immersivo e profondo, sono ben visibili gli errori, ma anche i margini di miglioramento, ad appena una settimana da un lancio davvero ottimo.