Pirates Outlaws: la recensione

Pirati all'arrembaggio! Armati del nostro mazzo di carte solchiamo i mari ed affrontiamo le ciurme più temibili in questo deckbuilder che, pirata avvisato mezzo salvato, da dipendenza.

Il nome Pirates Outlaws non sarà completamente sconosciuto agli appassionati di deckbuilder, trattandosi di un gioco che già da qualche anno naviga, è il caso di dirlo, sulle piattaforme mobile e su Steam, riuscendo a raccogliere attorno a sé un discreto seguito ed un certo successo. Con il passare degli anni la community ha contribuito alla crescita di questo gioco, unitamente agli sforzi dello sviluppatore indie Fabled Studios, fino ad arrivare alla versione contenutisticamente davvero ricca che arriva oggi sulle nostre console, pubblicata da BlitWorks Games. Per chi invece non lo conoscesse, Pirates Outlaws è un curioso deckbuilder roguelike a tema piratesco, caratterizzato da un gameplay accattivante e da una profondità davvero degna di nota.

L’approccio grafico è davvero piacevole e stilisticamente ricercato, con un design paperwork che richiama un capolavoro videoludico che al mondo dei pirati è legato a doppia mandata, quel Return to Monkey Island che abbiamo qui recensito. Le affinità con l’universo inizialmente partorito dalla Lucasfilm Games e da Ron Gilbert non finiscono qui. È un po’ tutto il mood a richiamare quel modo scanzonato ed ironico di affrontare le battaglie e di navigare i sette mari, sebbene non ci sia alcun legame diretto, ma solo quale sentito ed emozionante richiamo (strizzatine d’occhio che, tra l’altro, vengono fatte qua e là anche all’universo di Pirati dei Caraibi ma anche al romanzo di Stevenson L’isola del tesoro). Inizialmente abbiamo accesso limitato alle molteplici risorse che ci mette a disposizione il titolo, ma già dopo poche ore di gioco avremo davvero solo l’imbarazzo della scelta. Tre modalità di gioco, 16 eroi con abilità uniche, 200 tra nemici e boss, oltre 500 carte e 160 reliquie da collezionare sono un bottino che farà gola a qualsiasi corsaro.

A livello narrativo non c’è molto da dire se non che dobbiamo attraversare i sette arcipelaghi alla ricerca di tesori, sfidando i più temibili equipaggi al mondo. Dalla classica isola del tesoro, al mondo degli spiriti dei pirati defunti, fino al mondo subacqueo dei vascelli affondati in battaglia e molti altri. Dove invece questo titolo da il meglio di sé è nelle battaglie, sempre diverse, sempre divertenti, sempre accattivanti. Abbiamo in mano un deck di card dal quale ad ogni turno verranno pescate le 5 giocabili, divise tra attacchi a distanza (che utilizzano proiettili per essere attivate, risorsa limitata e da gestire oculatamente), attacchi corpo a corpo (pugni e bottigliate come piovesse, gratis e senza alcun dispendio) e giocate difensive (scudi di vario tipo, anche questi soggetti all’uso di proiettili). Fin qui niente di granché innovativo, si potrebbe pensare, ma è proprio qui che arriva il bello. Ad ogni battaglia vinta potremo scegliere la ricompensa tra nuove e potenti card per il nostro deck, monete da spendere al mercato e skill da incastonare nel nostro cinturone. Queste ultime sono davvero varie ed in grado di aggiungere un piano strategico ulteriore al gioco. Andiamo infatti dalla ricarica automatica dei proiettili o della salute, passando dal guscio di conchiglia spinoso che infligge danni a chiunque si avvicini, al quadrifoglio che ci consente di risorgere, alla forgia che incrementa il valore di alcune carte random e decine di altre opzioni. Se a questo aggiungiamo che ogni pirata che sbloccheremo ha caratteristiche proprie ecco svelata la profondità di un titolo che anche dopo una decina di ore di gioco avremo svelato solo pazialmente.

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