Badland Game of the Year Edition: la recensione

Una terra cattiva e senza scrupoli, ma dannatamente divertente!

A partire da questo semplice presupposto, ecco intervenire numerosissime variazioni sul tema, capaci di diversificare e non poco l’esperienza di gioco: in alcuni casi, speciali bacche andranno ad aumentare il volume del personaggio, impedendogli il passaggio attraverso determinate aree, ma allo stesso tempo rivelandosi fondamentali per spostare alcuni elementi a schermo, grazie al peso e alla massa aumentate. In altri frangenti, invece, troveremo dei “power up” opposti, in grado di ridurre notevolmente le dimensioni del personaggio, così da poter attraversare strettissimi cunicoli. Il tutto senza dimenticare le pietre di accelerazione, che aiutano a porre distanza tra sé e l’instancabile avanzamento della visuale, ma elevando il tasso di difficoltà richiesto ai nostri riflessi. Ma, soprattutto, lungo il percorso, sempre irto di ostacoli, pale, piattaforme, strettoie e via dicendo, incontreremo altri…cloni di noi stessi. Avvicinandoci ai nostri simili, muovendoci per proseguire nei livelli, li “attiveremo”, attirandoli a noi: a quel punto, tramite i nostri comandi potremo regolare i movimenti del piccolo (o folto) branco, cercando sia di mantenere il numero di pallette pelose sufficientemente elevato da attivare determinati elementi interattivi presenti nell’ambiente di gioco (come piattaforme pesanti, spostatili solo tramite una determinata massa), sia di portare in sicurezza il più alto numero di esseri i, salvaguardandoli fino alla fine del livello.

Il versante grafico del gioco è molto accattivante, nella sua estrema semplicità. La direzione artistica è capace e mischia sapientemente i colorati fondali di un Rayman Legends, con i contrasti di silouhette scure in primo piano mutuati da Limbo. Non è tanto l’originalità, quindi, a contraddistinguere Badland, quanto la cura del colpo d’occhio d’insieme, senza dubbio dotato di un effetto ammaliante. Complice la semplicità del pacchetto nel suo insieme, dove le uniche sfide provengono dal motore fisico alla base di tutta l’esperienza di gioco, anche il versante tecnico si comporta adeguatamente. Una pulizia dell’immagine invidiabile rende giustizia allo splendido stile adottato; una fluidità mia zoppicante riesce a non distrarre l’utente dalle sfide proposte a schermo; il sistema di controllo si conferma capace di restituire al fruitore la sensazione di essere messo alla prova, ma in maniera equa e onesta, senza trucchi di sorta o errori di implementazione delle logiche e delle dinamiche di gioco. La longevità notevole, garantita da 100 livelli single player e svariate missioni multiplayer (sia cooperative che di sfida) cementa l’adeguatezza di un pacchetto che arriva sì tardi, rispetto all’uscita originale, ma con un carico di divertimento, freschezza, qualità e quant’altro ancora oggi intatti.

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La recensione

8 Il voto

Fresco, seppur datato: in questo ossimoro linguistico si riassume al meglio lo splendido paradosso di un prodotto che, seppur frustrante visto il livello di difficoltà certo non banale, riesce a divertire con il suo fulcro concettuale.

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