Ashwalkers: la recensione

Scenari apocalittici vi attendono in un gioco dove le vostre scelte saranno tanto importanti quanto le vostre capacità di sopravvivere.

Tutto questo si articola lungo elementi narrativi testuali, dozzine di informazioni a schermo nei menu, poche libertà di esplorazione reali, un discreto numero di combinazioni possibili per le diverse ramificazioni di selezione delle nostre scelte e un pizzico di trial & error. Nel corso del movimento libero nei desolati ambienti di gioco, in realtà non potremo azzardare chissà quali libertà free roaming, non essendo affatto il gioco un open world, ma piuttosto un lento susseguirsi di spazi delimitati, organizzati secondo una struttura piuttosto rigida del mondo di gioco. Spesso saremo inoltre attratti, o guidati, verso predeterminati elementi interattivi, pur di poter interagire con snodi narrativi piuttosto che loot di oggetti necessari per poter proseguire l’avventura, togliendo purtroppo in gran parte quell’agognato anelito di libertà che un titolo potenzialmente più aperto avrebbe offerto, all’interno di una cornice contestuale così affascinante. Più convincente e raffinato invece il sistema di selezione tramite menu delle diverse opzioni di azione, dialogo e scelta che il gioco vi metterà dinnanzi tramite corposi menu testuali: i personaggi hanno ciascuno determinati crismi caratteriali, skill specifiche, un taglio interpretativo delle difficoltà ambientali piuttosto diversificato, e pertanto la loro differenziazione risulta pregna di significato e conseguenze. Un’unica run sarà infatti insufficiente per scoprire tutto il potenziale narrativo di Ashwalkers, avendo i programmatori finemente variegato il dipanarsi dell’avventura a seconda delle scelte operate dal fruitore, nei confronti delle situazioni di gioco e attraverso la messa in opera di uno o più dei protagonisti, a svantaggio degli altri componenti del gruppo di esplorazione.

Ashwalkers review — To kill, or not to kill - PC Invasion

Se la complessità comunicativa di alcune scelte di interfaccia e la quasi irrilevante differenziazione narrativa operata dalle vostre scelte non consentono a Ashwalkers di spiccare il volo, altrettanto può essere detto per il comparto tecnico. Il titolo è tutt’altro che open world ma, nonostante la limitatezza esplorativa di ambienti apparentemente di ampio respiro ma sostanzialmente molto guidati, il tutto risulta piuttosto zoppicante. I tempi di caricamento non sono indifferenti; la fluidità non è di casa, in questo mondo post apocalittico; la complessità poligonale è limitata, nonostante un lieve camuffamento offerto dallo stile grafico adottato, che in parte copre anche l’estrema semplicità delle texture e degli effetti di luce e superficie. Il gioco appare sempre ricoperto da una patina di mediocrità visiva, che solo tangenzialmente fa il paio con la cenere del fallout ambientale, al centro del canovaccio. Anche le interfacce, come detto, finiscono per appesantire un gioco che, probabilmente, riuscirà a offrire il meglio di sé nella fruizione su PC, anziché sul tablet ibrido di Nintendo.

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La recensione

6 Il voto

Un mondo affascinante, seppur desolato e desolante, difficilmente esplorabile su Switch. Non solo per l'efficacia rappresentativa di un universo afflitto da una cenere onnipresente, ma anche per alcuni difetti tecnici e di programmazione che finiscono per appesantire l'esperienza di gioco.

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