Oxide Room 104: la recensione

Intrappolati in un motel fatiscente e braccati da uno psicopatico potremo contare sul nostro intelletto e su poco altro per sfuggire dalle stanze di Oxide Room 104.

Dal punto di vista narrativo Oxide Room 104 può vantare un buon impianto, arricchito dalla possibilità di raggiungere diversi finali alternativi in base alla scelte che avremo effettuato nel corso della run. Tuttavia la scelta di farci ricominciare il gioco dalla prima stanza (la 104 ovviamente) ogni volta che Matt cadrà sotto i colpi dei nemici risulta essere piuttosto fastidiosa, costringendoci a ripercorrere ogni volta stanze già viste e riviste. Ne beneficia sicuramente in parte la longevità del titolo ma ci è sembrato un espediente poco azzeccato. Il livello di difficoltà, soprattutto nelle prime fasi in cui non si è ancora metabolizzato bene il setting di comandi, è piuttosto alto. Matt sembra essere piuttosto debole e spesso è sufficiente un colpo per ferirlo a morte, a meno che non si abbia a disposizione nell’immediato una benda. Quando si subisce un colpo infatti si attiva un piccolo timer della durata di pochi secondi, allo scadere del quale non ci sarà più nulla da fare per il nostro eroe. Allo stesso modo il protagonista può finire avvelenato da alcuni nemici, veleno che nell’arco di pochi secondi conduce a morte certa salvo avere l’antidoto nell’inventario. La sensazione è che in alcune fasi il gioco sia piuttosto scriptato e che sia quindi fortemente caldeggiato che il dipanarsi della storia vada esattamente in una certa direzione, indipendentemente dai nostri sforzi.

Graficamente il gioco fa il suo pur non raggiungendo livello di molto superiori alla sufficienza. Alcuni espedienti un po’ inflazionati (come ad esempio la nebbia o una palette di colori monotona e molto scura) hanno sicuramente aiutato nel mascherare alcune lacune nel motore grafico ma d’altra parte finiscono un po’ per stancare dopo qualche ora di gioco. In ogni caso il feeling che viene ricreato è un pò “alla Silent Hill”, il che non dispiace, anzi. Il comparto audio invece, pur non essendo particolarmente innovativo o ricercato, svolge egregiamente il suo compito di tenere alto il livello di tensione e di spingere al momento giusto accompagnandoci verso frequenti, ma un po’ telefonati, jump-scare. Se infatti il compito di un horror è quello di spaventare il giocatore Oxide Room 104 lo svolge egregiamente, magari con qualche trucchetto già visto, ma poco importa dato che l’atmosfera è ottima e l’ansia è palpabile.

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La recensione

6 Il voto

Oxide Room 104 si è rivelato un escape room solido dal punto di vista dell'atmosfera, senza dubbio evocativa ed in grado di spaventare in più di una circostanza. Peccato per alcuni aspetti che potevano essere curati meglio facendo fare un ulteriore salto di qualità al titolo. In primis un sistema di puntamento troppo legnoso ed impreciso, in seconda battuta la scelta di far ripartire il gioco da capo ad ogni morte del protagonista senza aver previsto un sistema di salvataggio più funzionale.

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