Fire Emblem Warriors: Three Hopes: la recensione

Claude, Dimitri e Edelgard tornano sul campo di battaglia, accompagnati da un nuovo eroe: quale schieramento riuscirà ad accaparrarsi le vostre lame affilate?

Ormai sta diventando una (gradita) tradizione: Koei-Tecmo in collaborazione con Nintendo, in progetti intenti a portare avanti tanto l’universo finzionale e narrativo della Grande N quanto le dinamiche action tipiche degli sviluppatori di Ninja Gaiden e (soprattutto) del filone Musou. Una partnership che ha segnato la parte finale della scorsa generazione (dove l’emblema [!!!] è stato proprio il primo capitolo crossover tra lo strategico a turni di Nintendo e la baraonda dei Samurai o dei Dinasty), ma soprattutto l’intero ciclo vitale di Switch: non solo con marchi come quello di Zelda, che hanno dato vita a Age of Calamity, ma anche attraverso collaborazioni con altre case come SEGA e Atlus, capaci di portare sui lidi ibridi persino brand apparentemente tabù, come Persona 5 Strikers. Un connubio che però si cimenta ulteriormente proprio tra Nintendo e Koei-Tecmo grazie al marchio qui preso in esame. Fire Emblem Warriors: Three Hopes, infatti, rappresenta un ulteriore passo avanti, sia per la saga “1 vs 1.000” di Koei che per l’intrinseco legame tra i due sviluppatori, sotto il marchio del famoso franchise di Intelligent System.

In Three Houses le due realtà di lavoro si erano già unite e confrontate per la creazione di quello che, ad oggi, è il capitolo più venduto della serie, grazie in particolare alla vastità del mondo proposto e al notevole intreccio derivante dalle gesta delle tre casate e della Chiesa che si muovono in questo scenario bellico fantasy, ma profondamente verosimile. Un’opera importante, capace di catapultare il giocatore all’interno di un canovaccio complesso e articolato, ricco e stratificato, consentendogli di vivere una grande avventura, o persino di più: importante infatti la libertà lasciata al fruitore di unirsi a uno schieramento piuttosto che a un altro, ma anche di poter ripercorrere le gesta attraverso gli occhi dei vari protagonisti, variando notevolmente il punto di vista sulle vicende narrate. Un cast di personaggi e un macro arco narrativo troppo ampi, per limitarsi a un’unica produzione, ed ecco così che Nintendo e Koei-Tecmo decidono (un po’ come avvenuto anche per Hyrule Warriors: Age of Calamity) di recuperare l’ambientazione e riportarci sul campo di battaglia. Per sancire ancora di più la collaborazione, il novero di contenuti di proprietà della casa di Kyoto viene questa volta affidato interamente alla cura di Omega Force, virandone il gameplay verso l’action tipico di questo sviluppatore, seppur supportato in termini di supervisione dai responsabili di Intelligent System. Ed eccoci così alle prese con Fire Embelm Warriors: Three Hopes, opera importante e significativa per tutte le parti in causa.

Nel gioco indosseremo i panni di un nuovo personaggio, partendo da un momento temporale appena antecedente l’inizio dell’opera originale, per poi seguire le gesta delle varie casate coinvolte nella guerra del Fòdlan in un percorso parallelo a quello vissuto vestendo i panni di Byleth. Anche in questo caso il protagonista potrà essere maschio o femmina, ma contrariamente a quanto visto nel capitolo principale, verrà anche doppiato (in inglese, coi sottotitoli in italiano); anche in questo caso, dopo un prologo iniziale in cui conoscere tutti e tre i Lord al centro delle vicende narrative, ci verrà proposta la scelta con la quale decidere lo schieramento di appartenenza; anche in questo caso gli intrecci di corte saranno altrettanto fondamentali dell’esito delle battaglie, per riuscire a seguire il filone del racconto e proseguire nella storia. Moti sono i parallelismi con Three Houses, per un titolo che, nella miglior tradizione dei Musou, si pone non tanto come un prequel o un sequel, quanto come un “what if“, sviscerando molti dietro le quinte della storia principale, prendendosi anche alcune libertà e velleità narrative al fine di rendere il tutto più pepato e imprevedibile. già lo anticipiamo: per gli amanti del mondo di Faerghus, Leicester o dell’impero Adrestiano sarà un piacere tornare a vestire certe armature, parlare con certi personaggi, rivivere determinati avvenimenti da un diverso punto di vista e, soprattutto, prendere il controllo di certi eroi, scatenandone il potere distruttivo in battaglia!

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