Teslagrad 2: la recensione

Il potere elettromagnetico sarà abbastanza, per sopravvivere alle mitologiche lande scandinave?

Il gioco infatti non è assolutamente una passeggiata. Ambientato nelle terre del nord, da cui mutua elementi tanto ambientali quanto folkloristici, mettendo in scena ambientazioni selvagge, montagne ripide, cieli scuri e contesti piovosi, sconquassati dalle tempeste peggiori che abbiate mai visto, condite da elementi steampunk capaci di influenzare tanto l’estetica quanto i contenuti del gioco stesso. L’elemento elettrico, arricchito nel seguito dalla componente magnetica, richiama (come fortemente suggerito dal titolo) il famoso studioso Tesla, con scintille e ruggine, lampi e scosse a farla da padrone sullo schermo della console (o della vostra televisione: potere di Switch, ovviamente!). In questo scenario, il giocatore sarà messo sotto pressione sotto i due punti di vista sopracitati: da un lato, in molte delle schermate o dei livelli sarà importante capire quali siano lo scheletro della schermata, le dinamiche di azione e interazioni attive, i legami di causa-effetto tra il contesto e i poteri a nostra disposizione (in crescendo, man mano che il nostro avatar sarà in grado di progredire lungo l’esperienza principale del gioco stesso). A quel punto, intuito il percorso da compiere o la sequenza di azioni da far eseguire alla protagonista, entreranno in gioco i vostri riflessi e le vostre capacità di coordinamento occhio-mano: moltissimi dei rompicapi presenti all’interno dell’opera, infatti, saranno ostici sia nella iniziale fase di interpretazione, che poi nel successivo momento di esecuzione delle azioni da mettere in pratica. Il livello di sfida risulta piuttosto alto, con molti momenti di trial&error, soprattutto a causa di un’altra componente caratteristica del software: la morte istantanea che vi colpirà, non essendo presenti barre della vita o altri elementi similari. Per fortuna il sistema di salvataggio e i tempi di caricamento vi permetteranno di riprovare subito dal punto esattamente antecedente la vostra ultima e fatale fatica, senza perdere inutili momenti nell’attesa di riprendere il gioco e rimettersi alla prova contro di lui, però l’effetto potrebbe risultare a tratti frustrante. Ad eccezione, infatti, di alcuni scontri con i boss, in cui verremo graziati dall’attivazione di uno scudo temporaneo che sarà in grado di deflettere il primo colpo subito, in tutto il resto dell’opera sarà una costante sfida tra noi, e il più piccolo errore.

Il gioco è artisticamente sublime, nettamente al di sopra del primo capitolo che, per quanto ispirato, tradiva una certa mancanza di direzione artistica e una realizzazione tecnica forse non del tutto all’altezza delle scelte stilistiche più banali per le quali i programmatori avevano optato. Nel seguito, invece, tutto fa un deciso balzo in avanti, elevandosi sotto tutti i punti di vista e alzando l’asticella dei valori di produzione del brand. Il difetto maggiore risiede però nell’implementazione non convincente dei 60fps che, purtroppo, risultano troppo spesso poco stabili e, pertanto, restituiscono un’esperienza di gioco non sempre adeguatamene fluida. Di per sé il tutto potrebbe non risultare così fastidioso, ma siccome la struttura di gioco è imperniata sulla necessità di un’estrema precisione nell’esecuzione di combinazioni anche complesse di azioni complicate, ecco che potrà capitare di commettere un errore e fallire nell’ennesimo tentativo di superare un ostacolo o eseguire un’operazione necessaria, non tanto a causa di una mancanza da parte del fruitore o di una velocità di esecuzione troppo lenta da parte del giocatore, quanto per via di una lettura non chiara del flusso di gioco. Un difetto piuttosto grave, ai nostri occhi di semplici fruitori, in un titolo così pesantemente orientato verso il trial&error. Per il resto, invece, il gioco si difende egregiamente, con una cura particolare del comparto audio, non tanto o non solo per quel che concerne la colonna sonora, quanto per il superbo studio degli effetti sonori ambientali, assolutamente perfetti nel calarvi all’interno delle atmosfere del gioco.

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La recensione

7 Il voto

Il seguito di Teslagrad sospinge il brand ad un livello superiore di qualità complessiva, per quanto concerne i valori di produzione, l'ispirazione artistica e la resa del ritmo di gioco, magistralmente in equilibrio tra elementi platform e risoluzioni di enigmi ambientali. Alcune imprecisioni nel sistema di controllo, dovute forse anche solo ad un frame rate non stabile, inficiano a tratti la giocabilità di un titolo che fa della precisione e del livello di sfida un ostacolo a tratti fin troppo arduo, sfociando a tratti nella frustrazione.

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