No Place Like Home: la recensione

La dolce vita agreste...dopo l'apocalisse: se non vi ha incuriosito questo incipit, non so cosa possa farlo!

Un guizzo di originalità lo avremmo nell’altra parte che compone il titolo, laddove a volte per riconquistare il territorio il vostro avatar si troverà a dover ripulire le varie ambientazioni anche dall’invasione di particolari bestie metà animali e metà robotiche, probabilmente figlie del lato sbagliato degli esperimenti scientifici effettuati da quegli stessi geni che hanno causato il consumo delle risorse del pianeta, salvo poi abbandonarlo per popolarne un altro, lontano ma ancora non contaminato dalla piaga nota come umanità. Ragni spara acido che infestano alcune delle regioni che costituiscono il mondo di gioco, contro cui scagliarsi sempre e soltanto utilizzando materiali di scarto e di riciclo, uniche risorse rimaste sulla Terra: incontri occasionali, piuttosto blandi tanto sotto il profilo ludico, quanto per quel che concerne la loro giustificazione narrativa. Niente, infatti, vi introdurrà a ipotetici elementi di world bulding atti a spiegare la nascita e la proliferazione di questa minaccia, che per lo più rappresenterà un flebile diversivo al normale ritmo di gioco. Varietà che, purtroppo, viene poi a mancare anche sotto il versante dell’interazione con gli NPC: lungo le vostre scorribande, infatti, vi imbatterete spesso e volentieri in esseri umani che, volenti o nolenti, hanno deciso o sono stati impossibilitati a lasciare il pianeta ed essi vi forniranno più di un retroscena sulle proprie storie individuali, finendo per assegnarvi le così dette missioni secondarie. Utili spesso ad ottenere ampliamento dei terreni o dell’armamentario, ma davvero fin troppo ripetitive nella loro struttura.

Infine, anche il comparto tecnico dell’opera non convince fino in fondo: l’approccio è poligonale, per un titolo che ambisce a trasportare le dinamiche che molti altri suoi simili hanno preferito mantenere in ambito pixel-art nella modernità di un approccio tridimensionale e aperto. Purtroppo, però, i limiti di budget ed esperienza del team si fanno sentire, con complessità semplificate, animazioni raffazzonate, compenetrazioni poligonali piuttosto evidenti e frequenti. Il tutto accompagnato anche da un comparto texture scialbo, da una risoluzione dell’immagine sfocata anche in modalità TV e da un frame rate non sempre stabile e in grado di mantenersi fluido durante le varie fasi di gioco. Aggiungiamoci anche tempi di caricamento sicuramente non ottimizzati, che finiscono per ridimensionare la fruibilità in ambito puramente portatile, ed ecco che il quadro risulta piuttosto deludente.

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La recensione

6 Il voto

Intrigante sulla carta, la commistione dei due elementi principali che fungono da incipit all'avventura perde di mordente, non proponendo una componente gestionale particolarmente ispirata, né d'altro canto un sistema di combattimento ed esplorazione sufficientemente appaganti da giustificare l'alternanza di situazioni ludiche. Unite al tutto un comparto tecnico piuttosto traballante ed ecco che la sufficienza viene strappata proprio grazie all'originale spunto creativo iniziale e poco più.

Valutazione

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