Story of Seasons: A Wonderful Life: la recensione

Una vita meravigliosa vi aspetta su Nintendo Switch, tra aria bucolica e un intrigante loop di gioco ormai famoso grazie a Marvelous

Uno dei cardini però dell’offerta di questo genere di produzioni, introdotto in maniera significativa ai tempi e qui riproposto con ancor più convinzione, è quello della tessitura di rapporti interpersonali, estremamente arricchiti dal concetto di passaggio generazionale: la vita del vostro avatar, infatti, non si svolgerà soltanto nel recinto (!!!) della fattoria, bensì molto anche al di fuori di esso. Al termine del lavoro quotidiano nei campi o nelle stalle, infatti, potrete andare a pescare, andare a caccia di antichi tesori nelle miniere adiacenti, ma soprattutto…potrete andare nei locali e nelle vie del paese, a interagire con i concittadini. Sarà possibile intessere rapporti di amicizia, dialogando con i vostri amici in città, al fine di costruire ricordi preziosi, piuttosto che stringere rapporti amorosi con un partner a vostra discrezione, sempre che riusciate a conquistarne l’affetto. Con il passare delle stagioni (!!!), infatti, dopo aver trovato il tuo partner per la vita, sarà possibile generare un erede e crescere il bambino insieme guardandolo crescere davanti ai tuoi occhi. Tra le varie migliorie introdotte per ammodernare il titolo ai gusti più odierni, inoltre, sono state aggiunte diverse novità proprio in merito alla gestione della vita sociale: questo remake presenta infatti molti nuovi eventi, festival migliorati, più ricette da cucinare ma anche una modalità foto, con la quale sarà possibile immortalare ricordi della tua famiglia con la nuova funzione della fotocamera, vestendo i tuoi abiti preferiti apposta per l’occasione. Insomma: continuando a investire tempo e dedizione con tenacia, la sensazione che è possibile ottenere è proprio quella di mettere radici nella fattoria, all’interno del contesto di tranquillità cittadina a Forgotten Valley, inserendosi nella comunità agreste e raccontando la propria storia intergenerazionale. Il tutto con quel tocco delicato anche verso l’utenza non binaria, che senza dubbio verrà apprezzato da un’ampia fascia di pubblico interessata a questo genere di produzioni videoludiche.

Dal punto di vista tecnico-visivo il gioco si rifà il trucco, rispetto l’originale, pur mantenendosi su livelli di ambizione e budget ovviamente non elevatissimi, ma comunque in linea con i capitoli più recenti del franchise pubblicato da Marvelous: se i modelli poligonali, tanto dei protagonisti quanto degli ambienti, risultano infatti semplici e di certo non particolarmente ricercati o complessi, l’effetto complessivo è piuttosto piacevole e in linea con la direzione artistica, coerente per altro con il tono e le atmosfere tranquille e bucoliche dell’opera. Lontano dalla volontà di rappresentazione ottico-retinica, il prodotto offre una resa cartoonesca, leggermente deformed, con texture piatte ma accostate sapientemente in termini di palette cromatica, ad accompagnare un”opera a tratti pastellosa, delicata e fiabesca. Se il frame rate, pur non risultando particolarmente elevato, potrebbe essere migliorato in termini di velocità complessiva delle animazioni e della gestione dei tanti menu, risultano invece accettabili e non inficianti la fruizione on the go (senza dubbio la modalità primaria preferita dagli amanti del genere, per portare avanti davvero su base quotidiana le diverse attività di gestione della fattoria) i tempi di caricamento. Nell’insieme, un gioco dal respiro contenuto, ma realizzato discretamente e in linea con le aspettative.

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La recensione

7 Il voto

Il rifacimento del gioco serve il suo scopo: presentare il fulcro dell'avventura originale senza snaturarne gli aspetti principali, con un ritocco visivo e l'aggiunta di alcuni alleggerimenti all'esperienza in termini di fruibilità. Per i giocatori più moderni il risultato potrebbe restare ancora fin troppo lento o compassato, ma per chi ha amato le atmosfere bucoliche e agresti che, in fondo, hanno dato vita a questo genere, il viaggio varrà la pena di essere vissuto.

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