Hot Wheels Unleashed 2 – Turbocharged: la recensione

I veicoli più famosi del mondo tornano in pista, con nuove meccaniche di gioco da esplorare su diversi terreni, nuovi tipi di mezzi con vantaggi unici e un'ampia gamma di modalità di gioco

Il mondo dei videogiochi non è nuovo a collaborazioni di ogni tipo, tra brand dello stesso medium comunicativo, piuttosto che tra aziende appartenenti anche a diversi settori dell’industria dell’intrattenimento. Se da un lato con Metro 2033 o i vari episodi investigativi ispirati ai romanzi di Agatha Christie anche la letteratura si è affacciata alla versione digitale del concetto di passatempo, se con la moltitudine di progetti su licenza il cinema da sempre si intreccia a doppia mandata con i nostri amati videogame, è anche vero che nel corso degli ultimi due lustri le cose si sono fatte ancora più serie e complicate allo stesso tempo. Basti pensare ai progetti a marchio LEGO basati su proprietà intellettuali Marvel, pubblicati dalla stessa Warner Bros. a capo dell’universo DC Comics, giusto per entrare nella giungla più aggrovigliata di sempre di diritti intrecciati tra grandi multinazionali! Ma il colosso danese dei mattoncini non è l’unico player dell’industria del giocattolo ad essere interessato dalle enormi possibilità di brand awereness offerte dalla gamification garantita dalla declinazione in ambito videoludico, ovviamente: stiamo parlando di Mattel che, proprietaria del famoso marchio di macchinine giocattolo Hot Wheels, ha stretto un accordo con l’italianissima Milestone per portare le spericolate e acrobatiche avventure su pista anche nel mondo digitale.

La serie è già al suo secondo capitolo, dopo il discreto esordio solo pochi mesi fa anche sui lidi di Nintendo Switch come ricorderete dalla nostra recensione, e si affaccia ora sul panorama videoludico del 2023 con un seguito sulla carta notevolmente ampliato rispetto all’originale, mantenendo quanto di buono già fatto vedere e fondando su di esso un costrutto ben più solido, ricco e convincente. La partnership con il team di programmazione italiano di certo aiuta, potendosi appoggiare tanto all’esperienza ormai pluriennale del gruppo di lavoro in ambito di racing, più o meno arcade, ma anche su quanto appreso nello sviluppo del precedente episodio. Eccoci così ancora una volta alla guida di uno degli innumerevoli mezzi di trasporto pensati nel corso dei decenni dal colosso americano del giocattolo, con il suo carico di varietà e fantasia, pronto a fornirci i veicoli più pazzi del pianeta: auto da corsa reinterpretate con alettoni di diversa foggia e misura, carri armati, monster truck dalle proporzioni eccessivamente divertenti, motociclette a due o tre ruote e chi più ne ha più ne metta. Il tutto gestito in maniera accessibile, ma non per questo banale, una volta presi i comandi di gioco: seppur dobbiamo ammettere come i controller di Switch non siano forse i più adatti nel percepire con profondità i diversi gradi di accelerazione e frenata, vista la mancanza di dorsali analogici, è innegabile come il titolo presenti una certa differenziazione del peso e dell’inerzia delle macchinine (et similia), una volta lanciate a tutta velocità sulle piste di gara. L’approccio resta sempre spudoratamente arcade, ma per ottenere i tempi migliori e vincere le gare (a tempo o in contemporanea con altri veicoli, così da ottenere premi necessari per sbloccare i tanti elementi nascosti presenti nel gioco) sarà importante concentrarsi sulla guida e non dare niente per scontato. Un approccio superficiale finirà per limitare il vostro divertimento, legato a doppia mandata con le enormi e ampie possibilità di personalizzazione pensate dal team di sviluppo.

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