Silver chains: la recensione

Era una notte buia e tempestosa...

È una notte buia e tempestosa, siamo coinvolti in un incidente d’auto, perdiamo completamente la memoria, l’unica luce nei paraggi è un maniero sinistro e popolato da strane presenze…già sentito? Probabilmente si, dato che è una delle intro narrative più classiche che il genere horror abbia mai partorito, sia questo in forma cinematografica, romanzesca o, come in questo caso, videoludica. Per gli amanti del genere Silver Chains è letteralmente pieno di questi déjà vu, se questo sarà un bene o un male lo vedremo presto. Silver Chains è il lavoro di debutto del team indie russo Cracked Heads, distribuito dai tedeschi Headup Games, rilasciato in versione multipiattaforma nell’estate del 2019 ed ora approdato anche sulle nostre Switch.

Quello che abbiamo fra le mani è un survival horror in prima persona che trae nemmeno troppo vagamente ispirazione da titoli solidi quali Remothered e, prima ancora, Amnesia. La dinamica di gioco è infatti prettamente incentrata sull’esplorazione del maniero e sulla soluzione di alcuni enigmi. In determinate circostanze il gioco ci chiamerà ad un approccio più “stealth” (leggasi fiondarsi nell’armadio più vicino per sfuggire all’entità maligna). Affronteremo infatti la casa ed i suoi misteri completamente disarmati, di conseguenza non ci rimarrà che fuggire e nascondersi nel momento in cui qualcuno/qualcosa si paleserà per farci la pelle, con modalità mutuate dai suddetti giochi di riferimento.

Purtroppo, la prima cosa che balza all’occhio di questo titolo è la resa grafica davvero povera e datata, gli ambienti pur avendo una certa personalità sono piuttosto poveri e poco definiti, così come le texture dei character, delle sale visitabili e dei pochi oggetti con i quali è possibile interagire. Facendo una veloce verifica con le versioni uscite su altre piattaforme questo sembra essere un problema in particolare del porting per Switch, dato che altrove la resa grafica non sembra essere affetta da queste problematiche. Gli sviluppatori hanno cercato probabilmente di mascherare quanto sopra con una bassissima luminosità in-game, magari anche per rendere maggiormente inquietante la location, tuttavia se non si vuole perdere la vista e la pazienza consigliamo di settare la luminosità al massimo.

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