CHAOS;HEAD NOAH: la recensione

Riuscirà Takumi a superare le sue delusioni, grazie a Rimi? Scopritelo insieme, decidendo il suo e il vostro destino

Presupposti piuttosto particolari, ma d’altronde è importante capire come CHAOS_HEAD affondi appieno le sue radici in una certa piega della cultura giapponese moderna, fatta di inclinazioni particolari in ambito di attrazione tra nerd e giovani rappresentanti del sesso femminile, caratterizzate da aspetti di morbosa tensione tra esponenti maschili della tragica piaga degli hikikomori (persone che letteralmente non escono mai di casa, spinte da paranoie sociali che li spingono a vivere separati dalla realtà e proiettati in mondo di evasione, siano essi online o di fantasia) e ragazze troppo spesso rappresentazione delle proiezioni altrui, piuttosto che di un sé formato e maturo. Temi importanti e assolutamente non leggeri, intrisi in questo tipo di produzione anche da disturbanti elementi horror, a cavallo tra il noir e il gore e, per altro, non privi di aspetti potenzialmente anche ultraterreni e sovrannaturali. Il protagonista, Takumi Nishijo, è un ragazzo del secondo anno di college o liceo, sul punto di diventare uno dei reclusi sopra descritti. Anaffettivo e sociopatico, non prova interesse né attrazione verso il mondo reale, definito “3D” secondo quella commistione linguistica tra mondo reale e digitale alla base di quel problema di fuga dalla realtà di cui il Giappone moderno soffre terribilmente. Il ragazzo preferisce restarsene rinchiuso nel suo rifugio-abitazione, circondato dalle action figure dele sue eroine virtuali, ma per sua sfortuna vive a Shibuya, quartiere di Tokyo in cui recentemente sono avvenuti efferati omicidi di marca piuttosto disturbante, definiti “New Generation Madness” (o NewGen). Il colpevole non è ancora stato identificato quando, durante una straniante chat notturna sul proprio PC, un misterioso utente invia al nostro avatar alcune orripilanti foto di una presunta scena del crimine. Una scena del crimine che, quasi per caso, il giorno seguente ci ritroveremo difronte realmente, lungo la strada di ritorno verso casa durante una delle sporadiche uscite nel mondo reale da parte del nostro eroe-antieroe. Una scena sulla quale faremo per la prima volta conoscenza con una ragazza piuttosto particolare, ricoperta di sangue e, apparentemente, legata a doppio filo con gli efferati crimini in corso nel nostro quartiere: Rimi Sakihata. Una figura bizzarra, vestita con la divisa del nostro stesso college/liceo, che ci accoglie con un malato sorriso sulle labbra sporche dei resti della vittima dell’omicidio, le cui reali intenzioni resteranno per diverso tempo un mistero capace di scuotere l’animo di Takumi nel profondo. Un evento traumatico, senza dubbio, che finirà per esacerbare ancor di più la tendenza del nostro avatar a fuggire dalla realtà, ogni volta che qualcosa di sgradevole o complicato gli si presenta davanti, rifugiandosi nelle proprie fantasie: fantasia onanistiche o, in alternativa, catastrofiche. Starà a noi scegliere verso quale comportamento malato e morboso indirizzare l’andamento della psiche frammentata di…noi stessi.

CHAOS;HEAD non è infatti un titolo gradevole: il suo obiettivo primario (pienamente raggiunto sin dalle prime fasi di gioco, piuttosto interlocutorie a dirla tutta) è quello di farvi entrare nella mente di un personaggio deviato, seppur fondamentalmente buono, sorretto da ansie sociopatiche, morbosamente attratto da un universo femminile a lui sconosciuto e pronto a cedere ai lati più meschini della propria psiche, pur di allontanarsi da realtà spaventose (come quelle degli efferati omicidi in cui si troverà suo malgrado invischiato) o comunque vissute con disagio (come una semplice chiacchierata con un compagno di classe). Gli elementi sovrannaturali di cui il gioco è intriso, così come la rappresentazione più testuale che visiva delle menomazioni più orribili immaginate dalla deviata fantasia degli sceneggiatori passano quasi in secondo piano, rispetto al disagio provocato nella lettura dei pensieri sconci o miserabili del nostro stesso protagonista, generando un senso di straniamento davvero interessante. L’unico modo di proseguire l’avventura, infatti, è quello di immedesimarsi nell’avatar, ovviamente, ma al tempo stesso il suo flusso di coscienza, perennemente a schermo, vi renderà complessa l’operazione di transfer tra la vostra personalità e quella del vostro alter ego digitale, che più di una volta saprà stupirvi in negativo, coi suoi ragionamenti, le sue reazioni e le sue inclinazioni. Un distacco voluto, ancor più evidente nei momenti di tensione decisionali, in cui sarete chiamati ad assecondare un declivio psichico di Takumi, piuttosto che un altro, senza la proposta di opzioni realmente risolutive in senso classico. Insomma, pur presentando alcuni limiti intrinseci del suo genere; pur proponendo uno spaccato della società a tratti aberrante; pur mettendovi dinnanzi a elementi macabri e grotteschi…CHAOS;HEAD difficilmente passa inosservato e difficilmente riuscirete a dimenticare le particolari situazioni ideate dai suoi creatori e, pertanto, è un esperimento non per tutti, ma quantomeno parzialmente riuscito.

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La recensione

6.5 Il voto

CHAOS;HEAD NOAH lascia un sengo; non necessariamente è un segno positivo o gradevole, ma senza dubbio la sua particolare struttura di gioco, unita alla messa in scena di eventi e, soprattutto, personaggi dotati di un equilibrio psichico quantomeno discutibile, sotto il profilo socio-antropologico nonché etico, sapranno agganciare la vostra attenzione lungo il corso di una narrazione a tratti troppo lenta, ma senza dubbio capace di scavarvi dentro.

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