Swordship: la recensione

Pronti a pilotare alla velocità della luce, mettendo alla prova i vostri riflessi come se da questo dipendesse la vostra stessa sopravvivenza?

Il titolo quindi scorre via (è proprio il caso di dirlo) lungo livelli veloci, rapidi e adrenalinici, dove le sollecitazioni sono continue, ininterrotte e varie. Il coordinamento occhio-mano non sarà sufficiente per superare i quadri più impegnativi: sarà infatti necessario mettere in pista anche una discreta dote deduttivo e cognitiva, elaborando una pluralità di input potenziali tra raggi nemici, esplosioni avversarie, possibili immersioni da effettuare immaginandosi la posizione e i movimenti futuribili di molteplici varianti in gioco, tutte in modo dinamico e mai statico. Ecco così che entra in gioco una sorta di componente quasi strategica, seppur in tempo non soltanto reale ma persino proiettato in avanti rispetto agli avvenimenti contestuali, per un prodotto che forse proprio per la sua particolarità è la sua freschezza fuori dagli schemi potrà risultare a tratti fin troppo ostico. Il livello di sfida potrebbe infatti scoraggiare almeno alcuni dei fruitori già nelle fasi iniziali di un prodotto che proprio in questo aspetto vede forse il suo tallone d’Achille più evidente.

Dal punto di vista tecnico infatti il gioco si comporta in modo convincente, sorretto anche da due o tre componenti artistiche non banali e capaci di confezionare un pacchetto semplice, ma estremamente efficace per quanto riguarda l’impatto audiovisivo dell’opera qui analizzata. Lo stile adottato, innanzitutto, accosta elementi cromatici in maniera netta e suddivide lo schermo in linee e tratteggi altrettanto evidenti, facilitando enormemente la lettura del contesto e sposandosi alla perfezione anche con modelli poligonali semplici, dai contorni definiti da tagli decisi. In seconda battuta, la telecamera fissa, che determina il taglio dell’inquadratura per ogni livello, esprime una forte volontà registica da parte del team di sviluppo, nel prendere per mano il giocatore togliendogli dubbi di gestione superflua, focalizzando tutti gli sforzi (sia di rappresentazione che di interpretazione) solo sullo scorrere ininterrotto della scena, elemento in cui la fluidità risulta fondamentale. In ultima analisi, l’accompagnamento sonoro martella dall’inizio alla fine di ogni quadro, spingendo il fruitore sempre più addentro al quadro dietetico messo in scena per lui, senza soluzione di continuità con il resto dell’ambiente, per un senso di coinvolgimento estremo, indispensabile per arrivare al traguardo. Tutto il resto è accessorio, debitamente sviluppato a sostegno della visione artistica che i programmatori avevano in mente.

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La recensione

8 Il voto

Freschezza, grande giocabilità e una sorpresa a ogni livello: il titolo si muove sulla cresta dell'onda sospinto da un grande carico di innovazione, da una chiara visione del proprio fine e da un'inaspettata varietà situazionale, sempre pronta a sfidare riflessi e capacità deduttive del giocatore, per un'esperienza ad oggi forse unica nel suo genere.

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