Atelier Lydie & Suelle: The Alchemists and the Mysterious Paintings: la recensione

Terzo ed ultimo capitolo della trilogia misteriosa: riusciremo a portare il nostro atelier al successo?

Ed eccoci giunti alla terza ed ultima tappa del viaggio che Switchitalia ha intrapreso all’interno dell’imponente riedizione per Switch della trilogia Atelier Mysterious. Dopo le recensioni dei primi due titoli della trilogia, Atelier Firis: the Alchemist and the Mysterious Journey (recensito qui) e Atelier Sophie: The Alchemists of the Mysterious Book (recensito qui), ci avviamo infatti a provare l’ultimo episodio ossia Atelier Lydie & Suelle: The Alchemists and the Mysterious Paintings. La serie Atelier è senza dubbio una delle più longeve e di successo nel variegato mondo dei JRPG ed ormai vanta un notevole seguito di appassionati. Non sorprende quindi che la squadra vincente composta da Gust e Koei Tecmo abbia deciso di riproporci una delle sue trilogie più riuscite, la serie Mysterious appunto, in una versione deluxe davvero ben fatta e ricca di contenuti aggiuntivi. La serie misteriosa, come chi ha già letto le precedenti recensioni sicuramente saprà, si sviluppa attorno alle storie di quattro giovani alchimiste: Sophie, Firis, Lydie e Suelle.

A differenza dei titoli precedenti vestiremo qui gli sgargianti panni non di una ma di due alchimiste, le sorelle Suelle e Lydie Malen, molto simili fisicamente ma dai caratteri quasi opposti. Suelle è la più giovane delle due, è un maschiaccio con una personalità sempre allegra e giocherellona mentre Lydie, la maggiore, è calma, gentile e simpatica, sebbene un po’ troppo con la testa fra le nuvole. Le due sorelle vivono con il padre, un allegro scansafatiche, nella città di Marveille e gestiscono un atelier con pessimi risultati. Il canovaccio narrativo ruota intorno al tentativo da parte delle due sorelle di risollevare le sorti dell’atelier di famiglia, diventando le migliori alchimiste sulla piazza. Una promessa questa, fatta alla defunta madre e da mantenere a tutti i costi. L’atelier in questione è un misto tra un laboratorio di alchimia e lo studio di un pittore, proprio l’arte pittorica e la disciplina alchemica hanno infatti un ruolo centrale nello svolgersi dell’avventura.

Le prime ore di gioco, a onor del vero, sono un po’ pesanti da digerire. Si tratta infatti di una lenta introduzione dei personaggi che ci accompagneranno nel corso della storia, nonché di un tutorial riguardante i vari menu e funzioni di gioco. Superata questa fase però, all’incirca in concomitanza con la scoperta del primo dipinto/portale, ci si aprirà un mondo davvero intrigante ed in grado di tenere impegnati per parecchie ore. Lydie e Suelle scopriranno infatti, attirate da strani rumori provenienti dal loro seminterrato, un misterioso dipinto dal quale vengono poi risucchiate, ritrovandosi nel fantastico mondo al suo interno. I dipinti che incontreremo nel nostro percorso avranno infatti il fondamentale ruolo di portale verso mondi alternativi, ricchi di magia e soprattutto ricchi di ingredienti preziosissimi che ci aiuteranno a creare nuove soluzioni alchemiche una volta rientrati a Marveille. I mondi sono ben realizzati e riescono a rendere una certa atmosfera quasi onirica, tuttavia a volte risulta un po’ frustrante il sistema simil-free roaming adottato che ci mostra aree potenzialmente accessibili senza in realtà poterle visitare.

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