Octopath Traveler II: la recensione

Un'avventura che ne racchiude 8, per il nuovo capitolo dell'affascinante saga Square-Enix che ha dato vita allo splendido stile grafico HD2D, ma anche al rilancio di dinamiche ludiche classiche e al contempo assolutamente moderne

Sul versante ludico, ricordiamo come questa componente sia l’altra faccia della stessa medaglia delle operazioni denominate HD-2D: l’etichetta promozionale di marketing applicata con successo da Square-Enix a partire dal 2018, infatti, è portatrice tanto di valori estetici quanto di costrutti interattivi, che vanno a instaurare un dialogo con l’utente fondato principalmente sulla modernizzazione di canoni nostalgici, figli della fine degli anni ’90 anche sotto il lato puramente di gioco. I combattimenti sono quindi a turni, con una forte componente tattica legata alle opzioni di Dominio o di Potenza: attaccando i punti deboli del nemico, sempre diversi tra loro, sarà possibile ridurne le capacità difensive fino al punto di poterlo dominare e, conseguentemente, infierire con attacchi sempre più potenti. A ogni turno speso, inoltre, verranno guadagnati particolari punti (fino a un massimo di tre) che serveranno per potenziare ciascuna azione. Sarà importante capire se prendere subito l’abbrivio aggressivo, piuttosto che accumulare punti per sferrare offese maggiormente capaci di arrecare danno sul nemico in un secondo momento. Per capire quale sia la strategia migliore per ciascuno scontro, sarà fondamentale imparare a conoscere tanto le caratteristiche altrui, quanto le speciali abilità del proprio party: subendo danni o dominando i nemici in battaglia, una barra si riempirà fino a rendere utilizzabili i poteri latenti. Ciascun personaggio ha il suo, ma tutti permettono di ribaltare le sorti della battaglia: nel caso di Osvald (sempre lui!), “studiare il nemico” sarà una capacità specifica, in grado di scoprire tutti i punti deboli dei nemici schierati sul campo di lotta contro di noi, ottenendo ovviamente un vantaggio competitivo piuttosto significativo. Un elemento che nel primo gioco aveva creato più di qualche problema, quantomeno a una discreta fetta di pubblico, era legato al livello di difficoltà che, non necessariamente eccessivo di per sé, era però strettamente dipendente dalla cura riposta nella costruzione e nella selezione dell’equipaggiamento affibbiato a ciascun personaggio del party. Seguendo le logiche di genere più diffuse, fintanto che non si fosse riusciti a scoprire la particolare gestione di questo aspetto, l’utente poteva spendere anche svariate ore a far faticosamente crescere di livello i propri personaggi, salvo poi scoprire come questo non fosse sufficiente per riuscire a superare i principali snodi narrativi. La verità risiede nel fatto che questa frustrazione in effetti non era nemmeno necessaria, a patto di accumulare sufficienti fondi per accaparrarsi gli oggetti a nostra disposizione presso i vari viandanti o negozi sparsi per la mappa, potenziando determinate caratteristiche dei nostri eroi. Nel seguito, tutto questo mantiene l’impostazione più incentrata su armi o tomi, anziché sul livello di esperienza nudo e crudo, ma comunicandone l’impostazione in maniera molto più semplice ed efficace, per un’esperienza di gioco più soddisfacente. Infine, utile poi ricordare il discorso legato alle classi, in qualche modo vicino a quello dei “mestieri” di Bravely Default, seppur più limitato da un lato, ma anche più sfaccettato e profondo dall’altro. Ciascuno degli otto viandanti appartiene infatti a un’unica classe primaria, ma proseguendo nell’avventura sbloccherà la possibilità di utilizzare una classe secondaria. Modificando la classe secondaria, sarà possibile utilizzarne le armi e le abilità in aggiunta a quelle della classe primaria. Abbinando le classi secondarie e potenziando ancora di più i punti forti dei personaggi o compensandone quelli più deboli, scoprirete presto un sistema variegato, affidato nelle vostre mani.

Il comparto tecnico dell’opera è parte fondante del progetto: una considerazione sempre valida per prodotti interattivi ma pur sempre audio-visivi come i videogiochi, ma ancor di più per i progetti appartenenti al filone dei progetti HD-2D. La tecnica qui presa in esame è infatti fortemente caratterizzante della natura estetica ma anche ludica per l’approccio del team Asano, considerando quanto il rimando nostalgico ai tempi d’oro dei JRPG avviluppi tutti i sensi e i crismi del gioco. Se la direzione artistica è definita e definente, confermando l’impatto ottico-retinico dai tratti quasi pittorici, nella contrapposizione tra la pixel art di personaggi ed elementi ambientali con i più moderni effetti visivi di luce e rifrazione, va detto che il gioco da un lato conferma l’aderenza a questi canoni ormai quasi tradizionali, ma dall’altro continua un percorso di crescita costante e di continuo miglioramento dei risultati ottenibili da questa particolare tipologia grafica. Rispetto al capitolo precedente, ma parzialmente anche ai titoli a lui successivi come Triangle Strategy, la prima cosa che balza all’attenzione dell’utente è una maggiore dinamicità dei movimenti di camera: il gioco sarà infatti in grado di presentare inquadrature diverse a seconda delle situazioni di gioco, con il risultato di offrire al giocatore un maggior coinvolgimento, in un senso di modernità dell’esperienza complessiva prima assente, per un aspetto di spettacolarizzazione forse inedito per il gruppo di sviluppatori. Anche l’alternanza di contesti diurni e notturni va ad arricchire ulteriormente il senso percepito dei valori di produzione, aumentando le situazioni contestuali e in generale la varietà dei quadri presentati agli occhi del fruitore. Nell’insieme, risultano poi positivamente implementate anche altre piccole varianti, come personaggi più grandi e meglio definiti con conseguente miglioramento anche della percezione delle animazioni degli stessi. Se a tutto questo aggiungiamo che i tempi di caricamento risultano adeguati sia all’esperienza di gioco in modalità TV che portatile, che la fluidità si assesta sempre su livelli privi di problematiche particolari per la natura del gioco e che il comparto sonoro tocca un livello complessivo quantomeno in linea con il predecessore se non addirittura leggermente più ispirato, potete capire come Octopath Traveler II si confermi un piccolo gioiello.

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La recensione

8.5 Il voto

Il team Asano si conferma tra i gruppi di lavoro più talentuosi ed ispirati dell'intero panorama internazionale, con l'ennesimo prodotto di qualità, carico di personalità e carisma. La qualità grafica va al di là del semplice stile adottato, con una ispirazione estetica e situazionale invidiabile; la sceneggiatura forse un po' intricata si destreggia con maestria tra personaggi e filoni principali e il sistema di combattimento, crescita ed evoluzione dei personaggi, seppur a tratti derivativo, appassiona con la sua profondità.

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